In Turchia la cultura si intreccia con l’architettura

In Turchia la cultura ha sempre giocato un ruolo fondamentale. Anche quest’anno il paese ha voluto dare un chiaro messaggio di sviluppo andando a realizzare ad Ankara e a Istanbul nuovi gioielli architettonici unici al mondo,
Il primo esempio è la Sala Concerto di Ankara, la casa dell’Orchestra Sinfonica Presidenziale di Turchia (CSO) – tra le più antiche al mondo – collocata nel cuore della città, tra il castello e il monumento storico Anitkabir.
Progettato da Semra Uygur and Özcan Uygur, il polo polifunzionale è costato 83 milioni di euro e un’attesa lunga 25 anni, iL’idea che si è voluta sviluppare è quella di avere in città un luogo da vivere tutto il giorno, un’area che produca arte e ispiri le persone.
Quella stessa idea che verrà replicata anche nel Centro Culturale Ataturk (AKM) che a metà del 2021 darà un nuovo volto a Piazza Taksim ad Istanbul.
La prima edificazione del centro risale agli anni ‘50 e da allora è stato modificato più volte. Ora l’imponente progetto guarda con attenzione alla sostenibilità; avrà l’ardito compito di fare dell’AKM uno dei migliori teatri d’opera e centri culturali del mondo capace di offrire un calendario di eventi di altissimo livello dove la tecnologia avrà un ruolo davvero importante. Il progetto firmato da Tabanlıoğlu Architects ha a capo Manolo Tabanlıoğlu, figlio del primo architetto che si occupò di edificare il centro nel 1956, e non riguarderà soltanto l’edificio principale da 2100 posti ma anche diversi ambienti che nasceranno tra cui il teatro da 800 posti, un museo di 3 piani, un cinema, caffè, ristoranti – e la riqualificazione dell’intera area che coinvolge piazza Taksim. Il Centro Culturale Ataturk diventerà così luogo prezioso e inclusivo per l’intera città ma anche un attrattore per il turismo; sarà principalmente teatro dell’opera ma il fine è anche quello di rivolgersi ad un più ampio pubblico attraverso la sua chiara versatilità e i suoi spazi accessibili anche da un ingresso secondario laddove sorgerà una seconda piazza. A colpire l’occhio sarà sicuramente la facciata dell’imponente edificio anni ‘60 ma sarà resa più trasparente per mettere in evidenza il rosso del volume della sala principale, a forma di semisfera.